19/06/09

LA FINE DI UN VIAGGIO

Forse è tempo di andare.
Ho iniziato questo viaggio desiderosa di cancellare quel che non andava,
ho tentato di fare meglio e più di quel che mi spettava.
Avevo davanti agli occhi te, stella polare di mille notti,
spentasi col tempo, nella nebbia del proprio io.
Dopo tanti passi e una strada di salite, guardo indietro
e null’altro rivedo che me stessa alla partenza per questa cima.
Allor mi chiedo: “Se quella in fondo è quasi me,
io qui in cima son diventata forse quel che respingevo?”.
E ‘ tempo di andare, ora l’ho capito.

12/06/09

IL PICCOLO GIOVANNI


Era notte fonda
e solo le stelle illuminavano quel pezzo di mondo.
Ci trovammo in mezzo al nulla
e l’unico rumore attorno a noi era lo scoppiettio del fuoco.
La bambina mi venne incontro dall’angolo più buio del cortile,
tenendo legato in vita quel piccolo pargoletto di pochi mesi.
L’istinto mi ha spinta nella loro direzione
e lo scambio di un sorriso è stato naturale...
è bastato un attimo per avere voglia di stringerlo al petto.
Mi fissava con quegli occhi scuri,
per la prima volta vedeva una donna bianca
e sentiva parlare una lingua che non era la sua.
Sembrava incantato.
Una lieve e dolce melodia è uscita poco a poco dalle mie labbra,
in modo naturale lo cullavo tra le mie braccia,
come se fosse sempre stato lì.
Estraneo a piccoli gesti come una semplice canzone
si è piano piano assopito tenendo sempre lo sguardo fisso nel mio,
finchè i suoi occhi non si sono beatamente chiusi
e il mio cuore non ha traboccato di tenerezza.

10/06/09

PUNTI DI VISTA

Mille colori. E noi vediamo solo il nero.
Balli e canti. E noi ci alleniamo con l’i-pod.
Piedi nudi. E noi usiamo la patina da scarpe.
Acqua preziosa. E noi dimentichiamo il rubinetto aperto.
Luna piena. E noi abbiamo un lampione ogni venti metri.
Semplicità. E noi la chiamiamo povertà.

NOTE

Chiacchierio di sottofondo, il motore borbotta, una moto ci supera.
I rumori sono familiari,
ma la realtà in cui sono calati non è la nostra.
Osserviamo e respiriamo ogni nuova sfaccettatura
che di essi ci appare davanti agli occhi.
Improvvisamente le note di una canzone
spezzano a metà questa nuova dimensione.
E’ sinfonia di casa, ricordi di momenti speciali salgono a galla.
Impossibile frenare il canto
e nel contempo non sentire quella stretta al cuore
che rimanda il pensiero a chi ha condiviso con te quegli attimi.
Le parole escono chiare e distinte,
l’uomo accanto a me mi guarda stranito
ma i suoi occhi scrutano i miei
alla ricerca di quel che sta dietro a questa esplosione di felicità.
Mai come in questo posto questa melodia è così vera.
“Mani, prendi queste mie mani,
fanne vita, fanne amore,
braccia aperte per ricevere chi è solo”